Chaise Longue è la soluzione brillante, ideata per “Città e Natura” nel 1997, che rimedia all’impossibilità di riproporre la mostra I numeri malefici, l’installazione composta per la XXXVIII Biennale di Venezia. Trascuratezze organizzative fecero sì che, a l’ultimo istante, le misure previste non combaciassero. Bisognava abbattere un portale appena restaurato e chiudere una finestra.
Mauri propose la sua Chaise Longue, russa e simbolica, cui stava lavorando. Un oggetto designato per una ricreazione assoluta, ma impraticabile per l’assenza del telo che doveva garantirne macchinosamente la seduta.
E’ una metafora dell’arte come non-soluzione, sebbene invitante nell’aspetto formale.
L’arte, sembra affermare l’autore, non concede mai riposo. Lo promette solo. E’ il modo dell’arte, come soggetto concettualmente autonomo, e dell’autore, come passivo soggetto estetico, di tenere in campo una indiretta forza motrice, che instaura una richiesta costante dell’arte come soluzione complessa e completa. Inutilmente, sebbene con un certo frutto, rinnova un’attesa non infelice. (Dora Aceto)
Data e luogo di esposizione
1997 – Città e Natura, Villa Mazzanti, Roma, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev
2003 – Fabio Mauri – Istantanea di un duca morto, Presentazione del Catalogo - Collezione Peggy Guggenheim , Venezia, a cura di Vittorio Urbani
2008 – Interiors, Galleria OREDARIA, Roma, a cura di Achille Bonito Oliva (Con l’immagine della famiglia dell’autore, in cui si vedono i cinque fratelli: Luciano, Silvana, Ornella, Achille, con Fabio in un’immagine del 1940 su un capanno a Rimini)
2016 – Fabio Mauri Retrospettiva a luce solida, Museo MADRE, Napoli, a cura di Laura Cherubini e Andrea Viliani
2018 – Evidence of Contemporary Disquiet, Chiesa di San Giuseppe delle Scalze, Napoli, a cura di Davide Di Maggio